LA LEGGENDA DEL PONTE DELLE CAPRE

Una volta gli abitanti delle contrade della Val Leogra si erano rivolti a un bravo e stimato muratore del luogo perchè collegasse con  un ponte le due rive del torrente che, scorrendo tumultuoso in una gola profonda, costituiva un ostacolo difficilmente superabile. L'abile capomastro si mise subito all'opera, ma ben presto si accorse che il lavoro, nonostante il suo impegno, procedeva lentamente poichè presentava difficoltà impreviste. Una sera, sconsolato, sedeva da solo sulla sponda del Leogra a osservare l'opera che non riusciva a completare; stava pensando di arrendersi e rinunciare, quando fu distolto dai suoi pensieri dall'improvvisa apparizione di una persona, che silenziosamente gli si era avvicinata mostrando l'intenzione di parlargli. Un lungo mantello nero avvolgeva interamente lo sconosciuto, sul cui volto tenebroso lampeggiavano due occhi rossi come il fuoco: il muratore capì che aveva di fronte il diavolo in persona.

Il terrore lo fece diventare come una pietra del torrente, non pensò neppure di fuggire e attese rassegnato a subire chissà quale triste destino. Il diavolo conosceva il problema che angustiava il pover'uomo e dichiarò di essere disposto ad aiutarlo: avrebbe lavorato per niente: come ricompensa voleva le anime dei primi tre esseri viventi che, il giorno dopo, lo avessero attraversato. Il capomastro, forse per l'orgoglio professionale di veder conclusa l'opera, si lasciò convincere e alla fine accettò la proposta. Appena scomparso l'essere infernale, il pover'uomo si rese conto di quello che aveva fatto, e disperato, si pentì del patto a causa del quale tre anime sarebbero state consegnate al diavolo, ma non sapeva come rimediare: vagabondò tutta la notte per i monti tormentato da mille pensieri e all'alba giunse nei pressi del ponte prodigiosamente costruito.

Al sorgere del sole la gente, scesa dalle contrade per recarsi al'lavoro, ammirò stupita l'arco slanciato ed elegante, teso tra le due rive, sotto il quale scorreva il Leogra gonfio di acqua. I primi ad arrivare stavano per oltrepassarlo, ma il capomastro ordinò loro di non farlo, fino a quando non l'avesse permesso lui; poi montò sul suo cavallo e galoppò fino a Torre per chiedere consiglio al parroco, del quale erano note la saggezza e la furbizia. Il prete, dopo averlo ascoltato attentamente, gli disse di non preoccuparsi e di lasciare che il diavolo prendesse pure le anime dei primi tre esseri viventi che avessero attraversato il ponte, ama sarebbe stato suo dovere far sì che per prime passassero tre capre. Così fu fatto, e il diavolo, inferocito per essere stato sconfitto e beffato, si gettò nelle acque del Leogra e non fu più visto da quelle parti.

Da quel giorno gli abitanti del luogo lo chiamarono Ponte delle Capre.

Silvino Marzotto

(articolo tratto da "Tra Noi" Dicembre 2013 - Anno XXIII, n. 69)