IL BATTISTERO

Dove un tempo s.innalzava l'altare dedicato a s. Luigi e nel 1974 era stato ricavato lo spazio per l'organo, ora trova posto il Battistero, con al centro il fonte battesimale. Sulla parete, campeggia in alto il dipinto di Giovanni De Mio "Il Martirio di s. Lorenzo", e in basso tre formelle in bronzo dello scultore Roberto Cremesini. E' appunto su quest'ultima opera che vogliamo soffermarci. L'autore lo conosciamo già: suoi sono anche l'altare e l'ambone, come pure il tabernacolo dell'oratorio. In un primo momento avevamo pensato a cinque formelle in bronzo; le abbiamo poi ridotte a tre, per evitare l'eccesso decorativo di uno spazio tutto sommato ristretto.

 

La formella centrale è più alta e più sporgente rispetto alle altre due, per significare la centralità del mistero pasquale di Nostro Signore Gesù Cristo: da quell'evento di salvezza sgorga la grazia dei Sacramenti. Il Cristo in croce è un Cristo morto, ma che già presenta i segni della Risurrezione: gli occhi sembrano riaprirsi, i capelli sono vivi e il corpo non è afflosciato nella morte. Dal costato, aperto dalla lancia del soldato, sgorgano alcune gocce di acqua e sangue, simbolo dei Sacramenti della Chiesa. Il Battistero ha lì la sua sorgente, nel Cristo morto e risorto, elevato in croce ed innalzato in gloria.

 

La formella di sinistra riproduce il noto fatto biblico del Battesimo di Gesù al Giordano: la "superiorità" di Gesù rispetto al Battista è resa dallo scultore attraverso la bellezza delle sembianze del Cristo, mentre la figura di Giovanni il Battista è meno aggraziata.

 

La formella posta a destra riproduce il mandato missionario. Dopo la sua risurrezione, prima di salire al cielo, Gesù dice ai suoi discepoli: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo". La scultura rappresenta Gesù con i missionari di ieri e di oggi. Tra loro, due grandi personaggi del nostro tempo: Papa Giovanni Paolo II, il cui volto si confonde con quello di Cristo, e Madre Teresa di Calcutta; il primo, infaticabile apostolo del Vangelo; la seconda, infaticabile apostola della carità. Annuncio del Vangelo e testimonianza della carità sono i tratti essenziali di ogni autentica missione, e la Chiesa invita oggi con forza i cristiani a testimoniare il Signore con la parola e con le opere. Le croci, che numerose appaiono nella scultura, ci ricordano che il Cristo che noi annunciamo ha dato la sua vita per noi, morendo sulla croce; ma ci ricordano anche che non può essere vita cristiana senza la croce; non si va in Paradiso aggirando il Calvario, ma salendovi con la nostra croce, la croce della fedeltà quotidiana, del dominio di sè, dell'impegno generoso e del dono di se stessi, per amore di Dio e dei fratelli.