LE VETRATE ISTORIATE

La vetrata istoriata, quando è ben fatta, non è mai un giochetto di luci, una facile piacevolezza. Fare vetrate istoriate significa approfittare delle aperture offerte dalla trama architettonica, per fabbricare una luce di fantasia, non per gioco di magia o per volontà di suggestione, ma con lo scopo di ordinare, mediante gradazioni luminose, una successione tonale di carattere emotivo.

La luce, filtrando attraverso questo diaframma, conferisce all'ambiente una sorta di sonorità, una qualità "musicale" che, rimbalzando nel volume architettonico come dentro una cassa armonica, ha il potere di dilatare lo spazio rendendone "sottile" la percezione.

La vetrata istoriata ha quindi, prima che ogni altra, la funzione, propriamente musicale, di modulare la luce fino a conferire all'atmosfera ambiente la voluta sonorità.

Basta entrare in una cattedrale gotica per capire quale ruolo giochi la luce filtrante dalle vetrate delle bifore o dei rosoni, vere sorgenti di trasparenti arpeggi rimbalzanti sui colonnati e via via, come un'eco che si spegne nelle zone oscure.

E' antica tradizione che la vetrata "rappresenti" una storia, che sia cioè "istoriata", anche se questa figurazione ha sempre goduto di una grande "libertà" espressiva. Questo si deve, forse, al carattere artigianale di questa "arte", dove il lavoro di esecuzione gioca un ruolo rilevante anche nei fini espressivi.

La vetrata istoriata ha avuto in tutti i tempi un carattere squisitamente artigianale e una natura autenticamente popolare. Quando questa natura si è perduta alla ricerca di espressioni più raffinate, quando si è camuffata di paludamenti accademici, tentando di somigliare in qualche modo alla pittura, rinunciando persino ai suoi modi più spontanei, alla sua essenza più antica, la vetrata istoriata è caduta in un abisso di presuntuosa retorica, sprofondando sempre più in basso nella scala dei valori, giungendo a noi ricoperta di scorie, di sovrastrutture, di modi non suoi. Oggi, come nei tempi del suo grande fulgore, la vetrata istoriata è tornata ad avere, spoglia di tutti i caratteri artificiali la sua completa autonomia espressiva.

       

Con questo spirito e sulla scorta di questi principi sono state concepite e realizzate le vetrate per la nuova chiesa arcipretale di Pievebelvicino.

Sono state eseguite le vetrate sopra il portale di ingresso, quelle laterali sopra le uscite minori, e due pannelli in vetro, a forte spessore, e cemento.

Le prime illustrano l'episodio delle NOZZE di CANA, l'ANNUNCIAZIONE, e la VISITA di MARIA ad ELISABETTA. Il trittico vuole essere un atto di fede della Parrocchia nei valori sacri del matrimonio ed una esortazione ai giovani sposi, affinchè affrontino la comune esistenza alla luce dei principi evengelici.

Le vetrate laterali illustrano, mediante simboli, le OPERE DI MISERICORDIA (Matteo XXV,35),affinchè i fedeli ricordino il valore profondamente sociale del messaggio cristiano.

Nei pannelli in vetro e cemento ai lati dell'ingresso si è voluto, da una parte, simboleggiare con il Fonte sormontato dalla colomba, il SACRAMENTO DEL BATTESIMO, dall'altra, con lo STEMMA PONTIFICALE di Giovanni XXIII°, si è voluto ricordare che la data di costruzione della chiesa coincise con la convocazione del Concilio Ecumenico Vaticano II.

 

Lasciando largo margine di interpretazione ai bravissimi artigiani dell'Arte Vetraria Veronese, ho inteso rinnovare l'antica tradizione, che vuole la vetrata istoriata frutto di sincera collaborazione fra ideatore ed esecutori, in modo da recuperare, nel rispetto del lavoro artigianale, i modi popolareschi e le sue antiche virtù.

Tranquillamente quindi affido alla comprensione e alla simpatia di tutta la Parrocchia questa nuova fatica, confortato dalla speranza che là dove l'artista può aver ceduto o manifestato stanchezza, a sorreggerlo subentri la sapienza antica e saporosa, lo spirito autentico degli artigiani collaboratori, che, eredi di questo disciplinatissimo mestiere, ne tramandano la nobiltà ed il carattere.

Soprattutto, ringrazio l'Arch. Ortolani, progettista di questa bella chiesa, poichè alla Sua vigile cura si deve se le vetrate istoriate così bene si sposano al carattere architettonico dell'edificio.

 

 

Prof. GIORGIO SCALCO (1964)